8 Marzo 2023
Sensoristica su macchine agricole: le necessità alla base dello sviluppo di questa tecnologia
Un aspetto di importante rilevanza è come la qualità delle informazioni che abbiamo determini la precisione delle nostre scelte: utilizzare una tecnologia di sensoristica efficace in una seminatrice dà la possibilità di un monitoraggio continuo dell’intera fase di semina, non si limita più la qualità del lavoro eseguito solamente a singole campionature dell’appezzamento durante la lavorazione, ma ad un monitoraggio costante dell’intera attività che andremo a svolgere, decuplicando le campionature in nostro possesso e fornendoci anche più dati da esaminare, e questo si traduce in più informazioni per le scelte future che andremo ad applicare. Inoltre un aspetto che sempre più richiede attenzione in una impresa agricola moderna, corrisponde nella possibilità di rendere indipendenti due aspetti da sempre legati, quali la qualità del lavoro prodotto e l’esperienza di chi lo produce: la cognizione delle variabili che entrano in gioco durante la semina come la conoscenza dei terreni che su cui andremo ad investire, della seminatrice con cui andremo ad operare, delle tecniche per ottenere il massimo risultato e molte altre, han determinato in passato un legame univoco tra il risultato finale e l’agricoltore che le ha eseguite. In una concezione moderna di gestione d’impresa, e quindi di figure umane intercambiabili che possono effettuare medesime operazioni, ma allo stesso tempo con conoscenze e trascorsi differenti, ecco che la tecnologia viene in aiuto: supportando chi si interfaccia con la macchina con informazioni oggettive, chiare ed approfondite, si va a ridurre la possibilità di fare scelte errate, ad aumentare la capacità produttiva delle macchine ed infine a ridurre il costo di formazione, dato dall’esperienza necessaria in assenza di questa tecnologia per ottenere il medesimo risultato.
Facendo un breve passo indietro ed andando alla ricerca delle motivazioni per le quali oggi la scelta di investire in tecnologia su una seminatrice moderna come ad esempio i sensori Blockage prodotti da MC Elettronica, composti da una fotocellula ottica ad infrarossi accoppiata ad un microprocessore, occorre comprendere come la figura dell’agricoltore sia profondamente trasformata, evoluta e paragonabile sempre più alla figura di un manager di impresa che punta al successo, introducendo così il concetto di imprenditore agricolo. In questa ottica è ben chiaro che l’obiettivo comune delle imprese sia fare di più e meglio con meno risorse, considerando ogni variabile finora valutata come trascurabile.
Il seme e le sue esigenze
Prima però di trattare più in dettaglio di tecnologia è preferibile conoscere profondamente il materiale che stiamo gestendo in campo e che in questo caso è il seme. A tal proposito l’impianto nel terreno è tra le operazioni agronomiche più tecnologiche che ha lo scopo di garantire la produzione agraria. Il seme, è un’unità biologica dotata di tutto quello che serve per poter germinare, ma per poterlo fare deve essere posto nelle condizioni idonee. Una caratteristica interessante infatti e ancora in parte non totalmente chiarita è la capacità del seme di restare vivo e di germogliare nonostante il contenuto di umidità sia molto ridotto, unitamente alla parziale disorganizzazione cellulare. Tuttavia in presenza di umidità del terreno assorbe l’acqua necessaria e salvo particolari condizioni, si innescano i processi metabolici che portano alla germinazione sostenuti dalle sostanze di riserva presenti. Questa fase di campo, delicatissima, necessita della migliore tecnica agronomica. In effetti l’acqua e il suo movimento verso il seme qui sono il fattore chiave: il volume di terreno dal quale il seme assorbe acqua non supera una sfera di circa 1 cm di diametro rappresentando il microambiente che influenza direttamente la germinazione ma con effetti variabili secondo la specie coltivata. Ovviamente il flusso dell’acqua dal suolo al seme è all’interno di un equilibrio di fattori a favore e a sfavore tra cui:
L’agrotecnica e le semine
Come ben conosciuto, l’agrotecnica è l’insieme delle scelte che l’azienda agricola deve definire affinché nella gestione del suolo e della coltura sia possibile garantire la produzione agraria e il bilancio aziendale. Tra i tanti fattori che si devono conoscere per avere successo nella gestione delle semine possiamo indicare ad esempio: scelta del seme, epoca di semina, tipo di gestione del suolo e lavorazioni. In tale contesto però vogliamo porre l’attenzione sulle dosi di semina, aspetto particolarmente importante da gestire nell’ambito della tecnica agronomica che influenza direttamente la gestione del cantiere di semina, il costo e la produzione finale. Prendendo come riferimento ad esempio il frumento, in letteratura viene definito come la quantità di semente da impiegare per m2 dipende dalla densità di piante che si vuole ottenere, dal peso medio delle cariossidi, dai fattori da cui dipende la germinabilità in campo. Quest’ultima poi è influenzata da altri fattori come la preparazione del terreno, bassa temperatura nelle semine tardive, scarsa umidità, predatori di seme o di piantine. Per tanto come ogni agricoltore sa è bene alzare i dosaggi di seme rispetto a quelle effettivamente necessarie in condizioni ottimali. Tuttavia vi deve essere equilibrio tra disponibilità di fattori della produzione (acqua, nutrienti) e dose di semina. In effetti non è scontato che alte densità di piante garantiscano alte produzioni soprattutto se i fattori sono pesantemente limitanti, primo fra tutti carenze idriche, così come l’eccessiva densità di piante determina una minore resistenza dei culmi all’allettamento. È evidente che la dose va commisurata quindi al contesto agronomico, alla fertilità del suolo e alla disponibilità di fattori della produzione per cui di fatto è l’equilibrio tra tutti i limiti presenti in relazione alla produzione ottenibile che devono essere ottimizzati.
Meccanica della semina a righe
Le seminatrici a righe, rispetto a quelle di precisione, permettono di seminare tutte le colture a semina fitta con spaziatura tra le interfile delle colture molto ridotta tra cui grano, leguminose, ecc. A tal proposito le macchine in questione sono caratterizzate da un distributore meccanico con caduta del seme per gravità o in versione pneumatica che sfruttano una corrente d’aria per il trasporto del seme a terra. In entrambi i casi il dosaggio del seme è tradizionalmente di tipo volumetrico. In tale contesto i dosatori e distributori, posizionati alla base della tramoggia in un apposito alloggiamento, ricevono il seme e lo trasferiscono alle linee di semina dosando il prodotto, sono disponibili con vari design per adattarli al tipo di seme da seminare tra cui cilindri scanalati universali, a rulli dentati, a cilindri.
Per definire la dose di seme si può agire sia nella scelta della dimensione dei rocchetti di distribuzione, sia nella velocità di rotazione del distributore regolata da trasmissioni meccaniche o con motori elettrici o idraulici. Nel design di questi sistemi va poi considerata la scelta di materiali, geometrie e sistemi che minimizzino lesioni e rotture ai semi e quindi lasciare inalterata la forza germinativa del seme stesso già soggetta a fattori naturali come indicati in precedenza. Il seme, in ogni caso, uscito dagli apparati distributori, entra in tubi adduttori che o per gravità sulle macchine meccaniche, o tramite la vena d’aria ad alta velocità lo guidano verso i solchi tracciati sul terreno dagli assolcatori (di varie tipologie).
Scritto da Andrea Bozzolan (Product Manager di MC Elettronica) e Dr. Agr. Mattia Trevini (PhD di Agroingegno)